FILM


APOLLO 13


REGISTA: Ron Howard

CAST:Tom Hanks, Kevin Bacon, Bill Paxton, Gary Sinise, Ed Harris

GENERE: Drammatico

DURATA:139 minuti

DISTRIBUZIONE: UIP

Presentazione

L'11 Aprile 1970, lanciata dal razzo Saturno V, la navicella spaziale Apollo 13, con tre astronauti americani a bordo si dirige verso la Luna, ma un guasto tecnico costringe i tecnici della NASA a Houston a improvvisare un piano d'emergenza per far rientrare Jim Lovell, Fred Haise e Jack Swigert. La miscela dell'avventura reale, con l'immaginario creato dal regista caratterizza un film impregnato dall'orgoglio yankee. Tratto dal libro Lost Moon (1992) di Jim Lovell e Jeffrey Kluger, il film riceve 2 Oscar per il montaggio e per il sonoro.

Trama

Houston, primi mesi del 1970.
Già da qualche tempo alla NASA si sta preparando una missione spaziale che riporti dopo un solo anno, di nuovo, l’uomo sulla Luna. Il nome della missione è Apollo 13 e gli astronauti che ne prenderanno parte saranno: Fred Haise, Ken Mattingly e l’esperto in voli spaziali Jim Lovell, alla sua ultima missione e all’unica opportunità di raccogliere rocce sulla Luna.
Le settimane che precedono il lancio, sono composte da giorni di intensa preparazione fisica (per sopportare l’assenza di gravità cui gli astronauti saranno sottoposti a lungo nello spazio, e la fortissima accelerazione che li schiaccerà contro i sedili del missile al momento del lancio), teorica (calcoli di vario genere), nonché pratica (allenamento all’interno del modulo lunare, per prendere confidenza con gli strumenti di volo).
Due giorni prima del lancio, tutto sembra essere pronto, ma mentre Lovell trova finalmente un po’ di riposo e trascorre qualche ora con la moglie e con i figli, Ken Mattingly riceve la spiacevole notizia, che sarà costretto a rimanere a terra per un banale morbillo (in realtà non gli sarebbe mai comparso!). All’equipaggio si aggiunge, così, Jack Swigert, giovane astronauta, che non riesce a riempire completamente il vuoto lasciato dall’esperienza di Ken.
11 Aprile 1970.
Il comando della missione viene affidato al veterano Gene Kranz, che insieme ad un centinaio di collegi si preoccuperà di mantenere il contatto con gli astronauti, controllare le rotte e risolvere gli eventuali problemi.
Alle 13.13, il missile numero 13 decolla da Cape Canaveral, con obiettivo la Luna.
Le prime ore di viaggio trascorrono rapidamente: gli astronauti sono intenti a verificare rotta e calcoli, a manovrare gli strumenti di volo per permettere l’aggancio del modulo lunare. In questa occasione, Jack Swigert dimostra di essere altrettanto abile, nonostante sia al suo primo volo.
Arriva, così il secondo giorno, e mentre Jack è intento a rimescolare l’ossigeno nei serbatoi, qualcosa sulla nave sembra non funzionare. Gli uomini del Controllo Missione a Houston, avvisati da Lovell, si fanno in quattro per capire l’origine del problema, mentre gli astronauti vedono sfumare il sogno della loro vita: “passeggiare” sulla Luna. A Terra si lavora senza sosta e si studiano i più svariati modi per riportare i tre a casa, sani e salvi. Nell’astronave intanto la quantità di ossigeno continua a diminuire e il freddo ghiaccia gli strumenti, con il rischio di corto circuiti, e fra gli stessi astronauti cresce la tensione, che si manifesta con momenti di nervosismo. Intanto, passati quattro giorni, la nave dopo aver compiuto un giro attorno alla Luna ed essersi allineata alla Terra (grazie alle manovre a bordo e alla base), è pronta al rientro. L’energia da sfruttare è ormai ridotta e nessuno sa se lo speciale scudo, adatto a sopportare le alte temperature del rientro nell’atmosfera terrestre, possa essersi danneggiato nell’avaria durante il volo, e se l’equipaggio possa tornare a terra senza altri problemi.
Anche Ken Mattingly a Houston si mobilita per favorire il rientro dei compagni, simulando, all’interno del modulo di allenamento, tutte le condizioni a cui essi sono sottoposti nello spazio.
Ma ormai è il sesto giorno di volo e gli astronauti, all’interno del modulo si apprestano a sopportare i forti scossoni tipici del rientro.
Nell’impatto con l’atmosfera, le comunicazioni radio si interrompono e, per quattro interminabili minuti, Houston e tutto il mondo, restano con il fiato sospeso, in attesa di vedere la navicella, sostenuta dai paracaduti, comparire nel cielo. Ad un tratto la voce di Lovell risuona nelle sale di controllo alla base: “Houston qui Odissea: vi sentiamo forte e chiaro, stiamo galleggiando, la navicella è al sicuro. Apollo 13, passo e chiudo”.
I tre, rientrati sulla Terra, sono ammarati sani e salvi, nel Pacifico meridionale, a sud di Pago Pago, il 17 Aprile, mentre Houston e il mondo intero hanno tirato un sospiro di sollievo.

Personaggi

JIM LOVELL: interpretato molto realisticamente da Tom Hanks, è il capitano della missione. Una sua caratteristica è quella di non perdere mai la calma anche in situazioni estreme come quella in cui capitano i tre astronauti. Il regista sembra usare il personaggio di Lovell per descrivere come qualsiasi uomo, sebbene astronauta (in questo caso), non possa mai stare troppo tempo senza gli affetti più cari: quelli familiari. Molte volte, infatti, Jim si domanda se mai riuscirà a tornare a terra per passare finalmente il resto della sua vita a casa sua, a Houston con la moglie e con i figli.
JACK SWIGERT: interpretato da Kevin Bacon nelle vesti del più giovane fra i tre astronauti, si guadagna, nel corso della missione, quella fiducia da parte dei colleghi, che sembrava non gli spettasse.
FRED HAISE: interpretato da Bill Paxton è l'astronauta che sarebbe dovuto rimanere all'interno del modulo, al momento dell'allunaggio.
GENE KRANZ: veterano a Cape Canaveral, spetta il comando della missione. Grazie alla sua caparbietà, riuscira a riporatare a casa i tre astronauti: "Non abbiamo mai perso un americano nello spazio e non lo perderemo certo sotto il mio comando!". Interpretato da Ed Harris.
KEN MATTINGLY: astronauta molto esperto, verrà sostituito, per aver accusato, prima della partenza, un presunto morbillo, da Jack Swigert. Svolge una parte molto importante perchè grazie al suo lavoro, i colleghi riuscirono a tornare sani e salvi.

Giudizio

Il film è tratto da una storia vera.
La missione fu definita “un fallimento di grande successo”, poiché gli astronauti mancarono l’allunaggio, ma riuscirono a rientrare sani e salvi. Il regista sembra voler riportare sullo schermo una pagina di storia americana caratterizzata non dal trionfalismo, ma dalla “gloria nella sconfitta”, dalla capacità di un gruppo di persone di lavorare insieme per far fronte ad un’emergenza. Il film, prende, quindi, le distanze, da un tradizionale mito americano, quello dell’individualismo del singolo eroe, per far posto, invece, all’esaltazione dello spirito di gruppo.
Ron Howard è riuscito inoltre a creare una suspance che rende lo spettatore partecipe minuto per minuto del precipitare degli eventi e dell’angoscia che accompagna gli astronauti durante il loro rientro. In questi frangenti i protagonisti assumono sembianze umane (a bordo il ricordo dei familiari, che a terra vivono con ansia e paura i momenti del ritorno) pur nella loro alta professionalità, dimostrando il perfetto equilibrio, creato dal regista, fra tecnologia, effetti speciali e componente umana.
Nella realtà fra le missioni Apollo, la XIII, era la terza che avrebbe portato l’uomo sulla Luna e, agli occhi di tutti, non avrebbe destato alcun interesse; ma la voce che giunse dallo spazio: “Houston abbiamo un problema”, fece svegliare il Mondo. Per sei lunghi giorni, così, riportare i tre americani dispersi nello spazio a casa, divenne un problema di vitale importanza per tutti: tv, giornali, radio, e ogni uomo.
Ciò che maggiormente mi ha colpito di questo film, è l’assoluta realtà degli avvenimenti che ancora oggi, mi porta continuamente a domandarmi come abbia fatto quel gruppo di uomini a Houston, a riportare Lovell, Haise e Swigert sulla terra ferma, sani e salvi.

Autore

Mambretti Emanuele